L’asma dei piccolini: cosa c’è da sapere

 

È una delle malattie più antiche, relativamente facile da diagnosticare ma molto complessa e con un decorso prolungato che, a volte, può durare tutta la vita.

 

Il suo nome deriva dal greco antico asthmaìno che significa ‘respirare con difficoltà’. Gli antichi proposero diverse e curiosissime teorie per spiegarne l’origine e non si risparmiarono con altrettanti curiosi consigli e medicamenti per curarla: salassi, impacchi caldi e umidi, ma anche pepe, artemisia amara e inalazioni di vapori di arsenico. Oggi sappiamo che l’asma è una malattia complessa, soprattutto nei bambini, perché la sua evoluzione è influenzata da fattori ereditari, infettivi e alimentari; i meccanismi fisici e biochimici che scatenano gli attacchi di asma sono ben noti, così come sappiamo bene che le abitudini, i comportamenti e i farmaci ci possono aiutare tantissimo. Molto spesso l’attacco d’asma inizia con una tosse secca e stizzosa, segue il fischio e il senso di soffocamento: naturalmente l’intensità di questi sintomi dipende dal livello di ostruzione bronchiale e dal grado di percezione da parte del bambino e dei suoi genitori. Un discorso a parte meritano i bambini più piccoli (sotto i tre anni): non tutti sono dei veri asmatici. Più il bambino è piccolo e maggiore è la possibilità che si tratti soltanto di una transitoria reattività eccessiva dei bronchi. Questi bambini vanno comunque curati a ogni episodio come asmatici, cioè con il broncodilatatore, ma non sono dei veri e propri asmatici. Fra un episodio e l’altro stanno benissimo e crescendo queste crisi, definite spesso come bronchiti asmatiformi, andranno piano piano a scomparire.

 

Le infezioni virali respiratorie, soprattutto nei bambini piccoli, sono spesso responsabili delle bronchiti asmatiformi che hanno sintomi molto simili a quelli dell’asma e si curano allo stesso modo: purtroppo non sempre è possibile evitarle, soprattutto nei bambini che vanno al nido e alla materna. Nei bambini, i più comuni fattori scatenanti sono l’esposizione ad allergeni perenni, quali l’acaro della polvere, il pelo del gatto, le muffe, oppure fattori ambientali come pollini e inquinamento atmosferico, il fumo passivo di sigaretta, gli stress fisici ed emozionali e, soprattutto nei più piccoli, le infezioni respiratorie virali. Va da sé che il principale intervento a favore dei bambini con asma bronchiale, o a rischio di malattia, è l’eliminazione o il controllo di questi fattori. Un esempio sono le misure antiacaro, cioè tutti questi sistemi per ridurre al massimo la presenza di polvere e di acari. Il fumo di sigaretta è fortemente irritante per i bambini asmatici che quindi vanno tenuti lontano. Anche l’inquinamento dell’aria è dannoso: è fondamentale arieggiare le camere, evitare le strade molto trafficate e di rimanere a lungo in luoghi ad alto tasso di inquinamento come in auto o in stanze prive di ventilazione.

 

Per assicurare al bambino asmatico una qualità di vita pari a quella dei suoi coetanei si agisce su due fronti: trattamenti degli attacchi asmatici acuti e, quando necessario, dell’infiammazione bronchiale. Poiché il controllo dell’asma dipende da quanto sono infiammati i bronchi, più i sintomi sono gravi, maggiore deve essere l’uso di farmaci per il controllo dell’infiammazione.