Sai riconoscere il talento dei tuoi bambini?

 

Ogni bambino ha una particolare dote o delle specifiche attitudini, ma non sempre è facile riconoscerle o aiutarlo a interpretarle. Spesso capita di chiedersi quali siano i segnali utili per trovare il percorso più giusto per i nostri bimbi e individuare il loro talento, pertanto sarebbe opportuno consultare delle linee guida.

 

Probabilmente non ce ne rendiamo conto, ma dietro ad ogni piccolo gesto dei nostri bambini ci sono degli indizi che potrebbero aiutarci a scovare il loro talento e quindi permetterci di essere in grado di consigliare la strada giusta e supportarli nello sviluppo delle loro attitudini. Il fatto stesso che un bambino mostri particolare predilezione per determinate attività, può essere interpretato come il primo passo verso lo sviluppo di alcune capacità che in un futuro potrebbero essere sfruttate per l’apprendimento di determinate professioni. Il gioco delle costruzioni ad esempio, potrebbe sfociare nella passione per gli studi di ingegneria edile o architettura e di conseguenza sposare alla perfezione gli ideali primordiali del nostro piccolo. Il talento è dato da alcune predisposizioni naturali che si definiscono nella fase tra l’infanzia e l’adolescenza, pertanto è molto difficile coglierne i segnali. Questa serie di caratteristiche può manifestarsi anche a seguito dell’esposizione a determinati stimoli esterni e, quindi, essere frutto di fattori ambientali. Certamente, il primo passo per non essere tratti in inganno, da quello che può essere un semplice gioco o una passione passeggera, è quello di assecondare e coltivare ogni interesse dei nostri bambini per permettergli di fare più esperienze possibili, il che non significa stressarli tra mille attività come sport, corsi di lingua ecc., ma introdurli nel vivo delle loro curiosità.

 

Se un bambino manifesta un certo interesse per il calcio o per lo sport, lo si può iscrivere ad una squadra o richiedere agli insegnanti di tenere diverse dimostrazioni nell’ambito scolastico, oppure se dice di voler fare il veterinario magari portarlo a visitare una fattoria, è possibile regalargli un cannocchiale se vuole fare l’astronomo, e così via. Nel momento in cui, dopo i vari tentativi, si nota la spiccata bravura in certi campi piuttosto che in altri, sarà giusto esortare il bambino a proseguire in quella direzione, senza stressarlo. I bambini sono molto sensibili e l’età adolescenziale è molto difficile da affrontare, tra la scuola, le distrazioni e le prime cotte, si rischia di ottenere l’effetto contrario se si insiste troppo nel volerlo far eccellere in qualcosa, sovraccaricandolo di stimoli. Il ragazzo deve aver modo di seguire la sua inclinazione naturale con i suoi tempi, in modo da prevenire lo sviluppo di un talento patologico. Addirittura, è bene sottolineare che oltre al talento bisogna sviluppare la passione per la materia per cui si è particolarmente portati. Se si manifesta una predisposizione innata a certe attività, state certi che ne conseguiranno un grande interesse e costanza. Potrebbe capitare, invece, che la passione non corrisponda alla capacità, e che quindi il nostro bambino non sia particolarmente portato per quella attività che dice di voler intraprendere da grande.

 

In questo caso, una buona prassi è lasciarlo fare, dato che i bambini percepiranno il disagio e perderanno l’interesse. Sarà importante, suggerire delle alternative in modo da avere la possibilità di scoprire che queste sono più adatte rispetto a quella idealizzata in prima battuta. Se non ci intendiamo per niente dell’attività oggetto di interesse del nostro bambino, possiamo documentarci utilizzando internet e dei libri illustrati che ci aiutino, passo dopo passo, ad entrare insieme a loro a contatto con la materia. In linea generale, quindi, gli step da seguire per l’individuazione di un talento sono: l’ascolto con assenza di giudizio, il dialogo con onestà e la manifestazione di fiducia e supporto.

 

Noi adulti dobbiamo rivivere le sensazioni che abbiamo provato quando avevamo la loro età e cercare di essere empatici, capendo quando è il momento giusto di assecondare i nostri bambini e quando, invece, cercare di indirizzarli altrove.